Sono Nato a Firenze nel 1974 da una famiglia di umili operai, ho iniziato da giovanissimo la mia carriera lavorativa in ambito commerciale collaborando anche con importanti multinazionali.
Sono Cresciuto sulle colline fiorentine insieme alla mia famiglia ed ho potuto conoscere il meraviglioso mondo dei cavalli nel maneggio gestiva mio babbo. Non ho mai perso, nel profondo del mio cuore, l’amore per Firenze, città splendida, ricchissima di un fascino che si perde nella storia e che brilla ogni giorno di uno splendore rinnovato. Sono ancora tifoso della Fiorentina, vederla giocare mi emoziona, nonostante la lontananza e i nuovi luoghi e i nuovi panorami che sono entrati a fare parte della mia vita.
Del maneggio che gestiva mio padre ricordo bellissime emozioni, a cominciare dalla enormità che mi pareva avessero i cavalli ai miei occhi di bambino. Ricordo la prima volta che sono salito su una sella, che ho messo i piedi nelle staffe. Il primo tirare le redini, vedere il cavallo girare la testa e partire. Ricordo il calore che saliva dalla groppa di quell'animale splendido, con il quale ho poi fatto amicizia trattandolo quasi da pari, andando a chiacchierare con lui nella stalla, e portandogli spessissimo leccornie che mettevo da parte.
Oggi Piacenza e i suoi appennini sono diventati la mia casa, e nonostante il mio accento, ancora, citi la mia origine, mi sento piacentino e bettolese, seppur d’adozione.
Come accade per la maggioranza, la mia vita ed il mio crescere sono stati costellati di eventi, belli e brutti, immensamente esaltanti e profondamente tristi. I miei genitori, quando avevo diciotto anni, hanno deciso di separarsi, ed io ho vissuto quel trauma, passando attraverso notti non dormite a chiedermi perché, cercando di rimanere fedele a quell'amore che mi legava ad entrambi che continuavano ad essere mamma e babbo pur in una dimensione diversa da prima.
Con la mamma si è rafforzato un rapporto già intenso, ed è andato ben oltre il semplice rapporto d’amore che c’è tra madre e figlio, sfociando nella amicizia e nella complicità . Le raccontavo tutto, le chiedevo consiglio, e lei mi corrispondeva in egual modo. Sapevamo entrambi di non essere soli di fronte alle nostre paure, ed ai nostri sogni, alle nostre gioie più grandi ed alle sconfitte che la vita ci imponeva.
La sua morte è stata per me un dramma, quando si è spenta, pochi anni fa, ho sentito un vuoto immenso, ho perso la donna più importante della mia vita, il mio principale punto di riferimento, non solo affettivo, ma anche etico e morale.
Oggi ancora, e continuerà ad essere cosi, di fronte a scelte complicate, mi trovo a pensare a come si comporterebbe la mamma, e sempre trovo la via per uscirne.
Nel 2003 quando avevo 30 anni decido di trasferirmi a Piacenza per amore.
Ero innamorato di una ragazza di queste parti, e per lei è valsa la pena di lasciare Firenze e la Toscana, ed immergermi nell'affascinante teatro di pianura e nebbia che è Piacenza.
Continuavo la mia carriera come consulente commerciale per una concessionaria di automobili. Il lavoro mi piaceva, vendevo automobili, e mi ponevo ogni volta il problema di dare a chi mi stava davanti, al cliente, i giusti consigli per soddisfare le sue esigenze ed i suoi desideri.
Nel giugno del 2004, in questo ancor nuovo scenario, ho vissuto la gioia più grande ed intensa di tutta la mia vita, la nascita di mio figlio Tommaso.
Poi, così come era accaduto ai miei genitori, come un deja vù velato di tristezza, le strade tra me e la madre di mio figlio si sono separate. Rimango vicino a mio figlio, arrivo a trasferirmi in un paesino vicino a dove viveva, per poterlo vedere più spesso che potevo.
Come credo sia per tutti i padri separati, l’angoscia di perdere il rapporto di amore con mio figlio, è stata l’ostacolo più duro da superare: una paura che ti toglie il fiato ed il sonno. Con mio figlio, però, ho mantenuto un bellissimo rapporto e lo ho visto crescere, fino a diventare un promettente adolescente.
Tra alti e bassi, scivola per alcuni anni la mia vita, senza una vera meta, senza un senso profondo che non fosse il vedere crescere Tommaso. Finché conosco Elena, una donna stupenda ed affascinante, meravigliosa per la sua umiltà , sincerità e profonda onestà . Assieme a lei inauguro un nuovo capitolo della mia vita.
Con lei accanto ho affrontato l’inaspettata tragedia della morte della mamma nel 2014, con lei ho pianto, con lei ho elaborato il lutto, grazie a lei ho imparato ad accettare il fatto che la vita dà e toglie, e che la morte non è altro che un aspetto dell’esistere.
Arriviamo cosi nel Settembre del 2019 dove nasce l’opportunità di rilevare una storica azienda agricola con maneggio sulle colline piacentine, in quel posto che secondo molti è il centro indiscusso del mondo, ovvero Bettola.
E li nasce tutto, con sacrificio e passione io ed Elena ci catapultiamo a testa bassa in questa splendida avventura, che con dedizione e tanto tanto lavoro ogni giorno cerchiamo di coltivare.
La mia squadra di squilibrati allo stato puro, che dedicano la propria vita alla ricerca di piacevoli giornate da trascorrere con amici, clienti e animali.